“Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi...”.
Spesso i cuori si lasciano naufragare nella bellezza delle cose che gli occhi ammirano.
L’inizio del Vangelo di questa domenica sembra riprendere proprio uno di questi momenti di contemplazione, raccontando lo stupore dei discepoli di Gesù davanti la maestà del tempio di Gerusalemme.
Parole a cui il Signore risponde con una frase lapidaria, dal sapore profetico:
“Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta“.
Nel preannunciare ciò che sarebbe avvenuto nel giro di una generazione, il commento di Gesù sembra indirizzare la riflessione sulla caducità di ogni opera umana, pur meravigliosa. Invita anche noi, quindi, a considerare il nostro atteggiamento verso le cose che terminano col tempo.
Verranno giorni… Questi giorni che verranno sono gli stessi di cui il Signore cui parla in un’altra famosa parabola:
“Verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno“.
Dall’accostamento dei due detti possiamo trarre un altro breve messaggio evangelico: anche gli edifici più maestosi che costruiamo, cadranno se non saranno abitati da Dio. Ogni nostro tempio, ogni sforzo, ogni attività, ogni progetto, saranno destinati a crollare senza il Signore.
Commento all’omelia della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario, dal parroco, don Michele Fontana

